Biografia di David Lynch
Nasce il 20 Gennaio del 1946 a Missoula, nel Montana. Il lavoro del padre, ricercatore agricolo, costringe la sua famiglia a cambiare spesso residenza. Appassionato di pittura, Lynch frequenta la scuole di disegno a Washington e Boston, quindi si reca in Europa a Salisburgo per studiare il pittore espressionista Oskar Kokoschka ma torna in America dopo soli 15 giorni. Nel 1966 frequenta a Filadelfia la Pennsylvania Accademy of Fine Arts, ed è qui che il giovane artista fa le prime esperienze con la cinepresa. Il suo primo cortometraggio è intitolato “Six men getting sick” e viene proiettato all’esibizione di fine anno vincendo il concorso cinematografico annuale dell’accademia. Nel 1968 gira un nuovo video artistico/sperimentale intitolato “The Alphabet”, misto di animazione e live action interpretato da sua moglie Peggy, cui segue nel 1970 l’inquietante mediometraggio “The Grandmother”. Nel 1971 frequenta il conservatorio all’American Film Institute di Los Angeles e, grazie a una sovvenzione di 10.000 dollari da parte dell’istituto, può dedicarsi al suo primo enigmatico lungometraggio dal titolo “Eraser head”. La lavorazione dura ben cinque anni fra varie interruzioni e difficoltà economiche, e una volta concluso nel 1977 viene giudicato non distribuibile perché troppo strano. Diventa però un cult nel circuito underground e riceve un accoglienza lusinghiera da parte della critica, che saluta in lui un nuovo regista d’avanguardia. Il successo di pubblico e critica gli consente di lavorarare ad un nuovo ambizioso progetto, stavolta prodotto da Mel Brooks: “The Elephant Man” (1980), biografia dell’infelice uomo deforme Joseph Merrick. Il film è un ulteriore trionfo e riceve otto nomination all’Oscar, tra cui quelle per migliore regia e migliore sceneggiatura. Rifiutata l’offerta di dirigere “Il ritorno dello Jedi”, accetta invece di lavorare al colossal fantascientico “Dune” prodotto da Dino De Laurentis. Il risultato, funestato da tagli al montaggio e intromissioni della produzione, è un vero disastro al botteghino. Nel 1986 è la volta del torbido e affascinante thriller “Velluto blu”, che gode di una buona accoglienza critica e gli vale la sua seconda nomination all’Oscar per la regia. Una terza nomination giunge nel 1990 grazie al dramma grottesco “Cuore selvaggio”, premiato a Cannes con la Palma d’Oro. Nell’Aprile dello stesso anno debutta sulla ABC l’innovativa serie tv “Twin Peaks”, presto elevata a cult e fenomeno popolare, di cui dirige 30 episodi. Dopo la sua cancellazione, Lynch riprende la vicenda realizzandone una sorta di prequel dal titolo “Fuoco cammina con me” (1992). Il film è nominato alla Palma d’Oro ma è un insuccesso nelle sale ed anche la critica rimane fredda. Negli anni seguenti il regista si dedica principalmente a serie tv, videoclip e spot pubblicitari, finchè nel 1996 torna sul grande schermo con “Strade perdute” seguito nel 1999 dalla produzione Disney “Una storia vera”. Quest’ultimo, totalmente diverso dalle sue pellicole precedenti, è candidato alla Palma d’Oro e ottiene critiche entusiastiche. Sempre nel ’99 Lynch propone alla ABC un nuovo serial tv intitolato “Mulholland Drive”, ma l’emittente è insoddisfatta dell’episodio pilota (lungo due ore) e lascia il progetto in sospeso. Grazie ai finanziamenti di Canal Plus, l’episodio viene completato e reso un lungometraggio autoconclusivo.dallo stesso titolo (2001). Il risultato ha un buon riscontro di pubblico ed è acclamato dai critici come capolavoro, vincendo a Cannes la Palma d’Oro per la migliore regia. Nel 2005 gira “Inland Empire”, presentato nel 2006 alla Mostra del Cinema di Venezia, dove è insignito del Leone d’Oro alla carriera.